Corallari Coraggiosi

Professionisti a tutela del corallo
Tradizionalmente la pesca nei mari algheresi è stata condotta dalla marineria marsigliese, ligure, catalana e nell’800 da quella campana. Quest’ultima si fuse con la popolazione locale. In tempi più recenti Alghero ha legato il suo nome a quello di coraggiosi corallari, pescatori subacquei professionisti, precursori di una pesca che, effettuata tutt’oggi in maniera regolata, tutela la rarità del prezioso elemento.

La Scuola del Corallo

Una generazione di artigiani e artisti
A metà del ‘900 si sviluppa in città una tradizione di lavorazione locale grazie alla nascita della Scuola del Corallo che ha formato una generazione di artigiani capaci di creare oggetti artistici con l’oro rosso. Grazie ad alcuni di essi il tessuto economico della città si è arricchito di commercianti che propongono a prodotti di qualità certificata, legati alla tradizione e alla identità locale.

Se vuoi leggere come si è sviluppato un Marchio di Qualità con finalità, soprattutto, identitarie puoi leggere `{`Link Storia del marchio`}`

La lavorazione del Corallo

Professionisti a tutela del corallo
Prima di iniziare la lavorazione la partita di corallo viene sottoposta all’asportazione delle punte, per poi procedere all’attanagliatura, operazione così denominata poiché prevedeva originariamente l’uso di una grossa tenaglia, oggi sostituita da una sega circolare con disco diamantato. Si procede quindi al taglio dei vari rami in punti determinati così da ottenere per ogni pezzo un diametro quasi uniforme.

I tagli sono classificati in base alla grandezza:
● paccottiglia, sono i più grandi e costituiscono la parte più pregiata;
● barbaresco, ottenuto dalla parte centrale;
● terragno, ottenuto dalla parte terminale e più piccola.

La filiera di produzione parte senz'altro con la scelta del pezzo grezzo di Corallo, per ottenere il massimo dal prodotto lavorato. Al contrario, l'artigiano, non sceglie i pezzi di grezzo in base alla lavorazione che vuole effettuare, ma il più delle volte, in base alla morfologia del ramo, regolandosi in modo tale da sfruttare tutto il prodotto di cui dispone.

Non senza difetti

La classificazione dei difetti del corallo
Durante la lavorazione si possono presentare dei difetti che sono distinti in cromatici e strutturali.
I difetti strutturali più comuni sono:
● piccoli forellini ben delineati dovuti probabilmente alla non perfetta cementificazione delle spicole tra loro (corallo grasso o lasco), che in ogni caso non pregiudicano il colore.
● fori un po’ più grandi ed irregolari che si presentano alla base sino ad un centimetro circa dal tronco (corallo camolato).

Tali difetti sono presenti in quantità elevata nel nostro corallo, talvolta sino alla metà ed oltre del ramo, senza pregiudicarne comunque il colore.
Tra i difetti cromatici, il più comune è l’alterazione del colore originale dovuta a processi chimici naturali che come detto in precedenza è tipico del corallo decaduto.

La presenza o meno di difetti strutturali o cromatici classifica il corallo in:
● prima scelta, materia prima compatta e priva di difettosità;
● seconda scelta in caso di impiego di corallo lasco;
● terza scelta in caso di impiego di corallo camolato.

Le lavorazioni del corallo

L'incisione e il liscio
L’incisione e il liscio sono le due lavorazioni più comuni grazie alle quali il corallo, dalle forme sinuose e tipicamente ondulate, si trasforma in vere e proprie opere d’arte da incastonare in preziosi monili.
La lavorazione liscia comprende le piccole forme singole o a coppia che si utilizzano per orecchini, anelli etc., ed una più seriale che si utilizza per la composizione di collane e bracciali.

Le molte forme del corallo

Tutto parte dai rami
Le forme che si ottengono lavorando i rami sono:
● Frange: fili composti dalle cime sottili dei rami, di lunghezza variabile, bucate in senso orizzontale nell’estremità più grossa.
● Spezzati: fili composti da scaglie di corallo di vario diametro (4-10mm) bucati in centro in senso orizzontale.
● Cupolini: rocchielli a punte leggermente tornite bucati in centro in senso orizzontale.
● Cannettine: tronchetti dritti di misura e spessore variabili, levigati in modo da assumere forma cilindrica e bucati in senso longitudinale.
● Chiattelle: rondelle di corallo più o meno spesse con i bordi arrotondati e bucate in centro.
● Barilotti: cilindri di corallo appena smussati alle estremità, bucati in centro in senso longitudinale.
● Olivette: coralli a forma di oliva più o meno allungati bucato in centro in senso longitudinale.
● Sassi: lavorazione sgrossata di parte dei rami più o meno regolare.
● Tondo: pallini perfettamente sferici.

La lavorazione ad incisione

L'abilità e la fantasia degli artigiani
La lavorazione ad incisione, ottenuta attraverso l’utilizzo di strumenti di precisione come il bulino e le frese, è guidata dalla fantasia e dalla ispirazione dell’Artigiano rispetto al ramo di corallo che ha a disposizione.

Per tale lavorazione si possono utilizzare anche dei pezzi che presentano piccole imperfezioni, infatti, tali anomalie, vengono quasi sempre inglobate e mascherate durante la lavorazione stessa. Il risultato finale, grazie alle mani esperte, l’abilità e la fantasia degli artigiani incisori, è un pezzo unico ed inimitabile che talvolta è rappresentato da figure in rilievo, reali o astratte, quali ad esempio i cammei.